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MAGIK STAFF PARMA – TIGERS PARMA 66-60
(17-18, 30-29, 42-49)

MAGIK STAFF PARMA: Ercoli, Lucca 18, Raggi 6, Salsi ne, Nuzzo ne, D’Ambros 2, Tringale 3, Ferrari 19,  Aiello 2, Zuin 10, Zambon 6, Sandiano ne. Allenatore Panziroli

TIGERS PARMA: Tomassetti, Petrilli 23, Corsini, Accini 12, Trevisan 2, Turroni 2, Vaccari 9, Minari 12, Ghezzi ne, Vettori. Allenatore Lopez

Arbitri: Resca e Fabiano

PARMA – Certe partite si portano dentro un valore di emozioni e significati che trascende i due punti in classifica; così la vittoria di sabato sera, prima ancora di uno spareggio per mantenere viva la corsa play-off, è per la Magik Rosa una catarsi attesa due anni.

Dopo tre sconfitte condite da parziali umilianti, infortuni e timeout chiamati a babbo morto, per la prima volta le biancoblu si liberano del complesso di inferiorità ed affrontano a viso aperto le avversarie, decise a mettere in campo la stessa fisicità ed intensità che nei precedenti confronti le aveva viste travolte alla distanza.

Il primo tempo si apre all’insegna dell’equilibrio, con entrambe le squadre a mandare a segno un intero quintetto; i temi tattici appaiono chiari, da un lato presidiare il perimetro per disinnescare la pericolosità dall’arco di Accini e Petrilli, dall’altro arginare le galoppate di Lucca in campo aperto.

Dopo un primo quarto in cui gli attacchi sembrano più efficaci delle difese, nel secondo parziale il ritmo cala ma continua a regnare l’equilibrio.

Il primo strappo arriva appena dopo l’intervallo, quando 4 triple consecutive di Petrilli sembrano incanalare il match verso le ospiti; coach Panziroli trova però le giuste contromisure per inceppare gli ingranaggi delle Tigers, mentre l’attacco biancoblu si aggrappa all’intraprendenza di una chirurgica Ferrari, brava a concretizzare dalla lunetta.

Ancora non sembra sufficiente, perché agli ultimi minuti le gialloblu conservano qualche prezioso punto di vantaggio; per completare l’opera si rendono necessari una serie di possessi che sintetizzano le potenzialità di questo gruppo, capace con la giusta concentrazione di costringere le avversarie a forzature e palle perse, trovando al contempo in attacco una serie di possessi a segno, frutto di giocate di talento e di maggiore reattività sulle palle vaganti, fino alla tripla finale di Ferrari che arriva al cuore delle Tigers come una pugnalata.

Aldilà della retorica che generalmente alimenta questo genere di narrazioni, una vittoria frutto di un contributo collettivo ad un livello che raramente questo gruppo è stato capace di offrire, a testimonianza di un percorso che forse deve ancora scrivere le pagine più brillanti.

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